Le chiesero dov’era la strada per Betlemme e la vecchietta indicò loro il cammino ma, nonostante le loro insistenze lei non si unì a loro perché aveva troppe faccende da sbrigare.
Dopo che i Re Magi se ne furono andati sentì che aveva sbagliato a rifiutare il loro invito e decise di raggiungerli.
Uscì a cercarli ma non riusciva a trovarli. Così bussò ad ogni porta lasciando un dono ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse Gesù.
E così ha continuato a fare per millenni, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio, a cavallo della sua scopa…"
Una volta, al tempo dei nostri nonni, nelle case si aspettava la Befana appendendo al camino una calza di lana fatta a mano con i ferri dalle mamme o dalle nonne. Essi, da piccoli, credevano molto alla Befana; le scrivevano una lettera esprimendo i loro desideri che, per lo più, non venivano esauditi perché c'era molta povertà. Quando la Befana riempiva la calza, tutti i bambini erano molto contenti perché era l'unica festa in cui ricevevano dolciumi e, al massimo, qualche mandarino, fichi secchi, noci e nocciole; a patto di esser stati buoni almeno due mesi prima della festività, altrimenti ….. cenere e carbone!
E anche se oggi, da qualche parte, potrebbe non funzionare esattamente così, nessuno ci toglierà l’immagine della nostra simpatica vecchietta…. alternativa.
Si, alternativa! Perché
- è ecologica, dato che viaggia su una scopa
- è animalista, perché non sfrutta le povere renne
- è proletaria, perché si veste in maniera evidentemente non firmata
- è portatrice di giustizia, perché premia solo chi se lo merita
- è tollerante, perché punisce in maniera blanda, portando la cenere e il carbone
- è di miti pretese, perché chiede in cambio per il suo lavoro solo un po' di pane inzuppato nel latte o nel vino
Perciò conserviamone la memoria e, teniamone alto il mito senza permettere che venga oscurato dal ciccione vestito di rosso al servizio del consumismo.
Per essere un rivoluzionario devi prima essere un essere umano. Devi avere a cuore la gente debole (Jane Fonda)
5 commenti:
Sul mito della vecchietta simpatica e...tutto ciò che si vuole, sono daccordo, ma in quanto ad essere al servizio del consumismo, anche la befana non scherza; che premi solo chi lo merita, poi, è tutto da dimostrare...Ma se vogliamo lasciare ai nostri piccoli la poesia e la capacità di sognare, diamole pure il benvenuto nelle nostre case! E se qualcuno vuole chiamarci "befane" non offendiamoci, se il messaggio che il nome porta è quello!!
Befana, Epifania o Pasca inunti?
Mia nonna mi raccontava che nella famiglia della sua bisnonna, il giorno dell'Epifania, le donne non eseguivano nessuna faccenda domestica e la bisnonna soleva recitarle questi versi
"Pasca inunti, Pasca inuntada,
nè lettu fattu, nè domo mundada,
nè puddas caladas dae sa cannita,
ca faghede sa farina biaitta".
Il giorno precedente preparavano un pane particolare che veniva consumato con lardo e salsicce, cioè "su pane untinadu.
Mia nonna, purtroppo, non c'è più, ma nel mio cuore e nella mia mente è vivo il suo ricordo; i suoi racconti, che testimoniano un passato lontanissimo, sono molto preziosi e da custodire con cura e rispetto.
Buon Epifania a tutti!!
Piera
Cara Piera,
molto bello il tuo post sull'Epifania, sento di condividere parole ed emozioni!
Visto che in questo blog gli aforismi la fanno da padrone...
Le parole gentili sono brevi e facili da dire, ma il loro eco è eterno.
Madre Teresa di Calcutta
Grazie a Piera per l'eccezionale contributo. Un giorno saremo noi i nonni dei quali i nostri ragazzi racconteranno gli aneddoti; è un occasione da non perdere per lasciare dei ricordi pregnanti come quello della nonina di Piera. E grazie ad Alice che sta intrvendo con grande sensibilità in questo spazio.
L’Epifania o Pasca inunti era sentita come una giornata di festa. Il mattino dell’Epifania, grandi e piccoli partecipavano alla Santa messa. La sera, dopo l’Avemaria, gruppi di persone uscivano a cantare “Sos tres res”: uno cantava la canzone, gli altri facevano il coro. Alla fine la padrona di casa offriva loro vino, lardo e salsiccia (ingredienti de su pane untinadu). La comitiva ringraziava col detto “buonanotte e bona Pasca”.
Sono ricordi da non dimenticare!
I ricordi non sono nient'altro che l'immagine riflessa di una realtà che è scomparsa. Ma che vorresti rivivere.
Posta un commento