venerdì 25 aprile 2008

Oltre la gita: dal Mejlogu ad Asiago

Un modo diverso per avvicinare i ragazzi alla Storia, alla “nostra” Storia, e ai grandi avvenimenti che l’hanno caratterizzata…così come un modo diverso per condividere con gli altri una particolare vicenda che ha condizionato la vita di diversi popoli (e di popoli diversi)…e infine un modo per “costruire” un’amicizia nata in maniera insolita.
Questo è stato per i ragazzi delle terze medie dell’Istituto Comprensivo, per i loro insegnanti, per gli amministratori dei nostri Comuni, il viaggio di istruzione svoltosi dal 7 all’11 aprile e che ha avuto come mete Asiago e alcune delle più importanti città venete. Per quanto città come Verona, Vicenza e soprattutto Venezia abbiano indubbiamente i loro meriti artistici, culturali e turistici, il “clou” del viaggio è stata sicuramente Asiago.
Grazie all’opera instancabile del Luogotenente della Brigata Sassari Antonello Pinna, che da tempo cura la divulgazione e la memoria storica delle gesta dei Sassarini durante le battaglie della Grande Guerra, la comunità Asiaghese ha stretto con la nostra un patto di amicizia, allargato alle rispettive scolaresche e suggellato ufficialmente da incontri e scambio di doni tra ragazzi, amministratori e responsabili delle istituzioni scolastiche.
Non solo gita, quindi, ma l’occasione per portare i ragazzi a “vivere” quegli avvenimenti in modo più partecipe e meno sterile di quanto si faccia sui libri di Storia , di dare corpo e significato alle lezioni e allo studio fatto a scuola, calandosi nei luoghi, immergendosi tra i reperti, respirando l’aria di quell’altipiano, teatro di durissimi scontri che vide tanti soldati sardi caduti, molti dei quali provenienti dai nostri paesi, e che ora ne raccoglie le spoglie.
Grazie alla determinazione degli insegnanti, degli amministratori comunali e del Luogotenente Pinna, che prima ci ha trasferito le sue conoscenze durante il percorso di studio a scuola, e poi la sua passione, facendoci da guida nei giorni di permanenza nella cittadina veneta, possiamo dire di aver vissuto un esperienza che ha dato modo di riflettere sui valori che in tempo di guerra emergono e restano scolpiti negli animi: pace, solidarietà, amore per la propria terra, e tanto altro ancora. Valori che ogni uomo, in ogni tempo e circostanza, deve porre a fondamento della propria esistenza. È quello che auguriamo ai nostri ragazzi: che ogni giorno sperimentino la gioia di vivere in armonia e di saper accettare l’altro, il diverso, vedendolo come una ricchezza e non come un motivo di divisione.





















"Di che reggimento siete / fratelli? / Parola tremante / nella notte / Foglia appena nata / Nell'aria spasimante / involontaria rivolta / dell'uomo presente alla sua / fragilità / Fratelli"

Giuseppe Ungaretti

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Salute.
Sono il quinto uomo versione anonima... non riesco a recuperare il mio vecchio Nick.
Ho trovato molto carino e divertente da leggere il resoconto del viaggio nei luoghi della storia, che ha reso viva la Storia con la maiuscola nella mente dei ragazzi... sono convinto che sia l'unico modo per fargliela veramente rimanere impressa, questo. Siscorso che vale per tutte le disciplinee, secondo me! Sono stato sassarino anchee io, diciamo un militare molto pacifista e legato alle teconologie anche allora, ma lo sono stato. Allora sbuffavo come un treno a vapore, oggi mi inorgoglisco quando si parla di brigata...
Mi ha fatto davvero piacere leggere questo post.

Anonimo ha detto...

Un sincero augurio agli alunni della 3Ae 3B, perché da questa profonda esperienza ad Asiago possano comprendere che la libertà non è un opinione, ma va difesa e conquistata giorno dopo giorno, perché ci è stata donata in eredità da chi l’ha conquistata con il sangue.

La libertà
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.

La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.

Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.

Giorgio Gaber

Giusè ha detto...

Ringrazio l'anonimo amico che ha ricordato le splendide parole di Gaber. Sentirle evocate in questa occasione credo sia molto gratificante per tutti coloro che hanno lavorato a questo viaggio. A questo proposito vorrei aggiungere che erano presenti anche i ragazzi della 3a D di Cossoine e che le amministrazioni coinvolte erano dei quattro paesi (Mara, Padria e Cossoine, oltre Pozzomaggiore)che formano l'istituto. Proprio un bel gruppo!!! Ciao a tutti

Anonimo ha detto...

......chiedo perdono ai ragazzi della 3a D di Cossoine, per non averli menzionati, ma l'affettuoso abbraccio e augurio era rivolto anche a loro.

Anonimo ha detto...

Che dire ancora? Sono contenta di aver fatto parte della "brigata" (tanto per restare in tema) che ha affrontato l'avventura Asiago. Vedere i nostri ragazzi calarsi all'interno delle trincee e sentire da loro parole come "...mi sento un soldato della Prima Guerra" è stato commovente. E' questo che in fondo vorremmo per loro: che siano "soldati" di pace, non nel senso militare del termine, ma in quello di messaggeri di pace e di fratellanza, qualunque sia la strada che la vita li porterà a percorrere. Ragazzi, siate sempre orgogliosi di essere portatori di questi ideali, onesti e coraggiosi cittadini del vostro Paese e del mondo. Se la Scuola avrà contribuito a radicare in voi questi sentimenti, vorrà dire che veramente è una Scuola di valori...e di valore!

Anonimo ha detto...

Salve. Sono contento che i nostri allievi abbiano potuto vedere e toccare quel terreno che tra il '15 e il '18 era intriso del sangue di tanti giovani Sardi morti per costruire l'Italia, forse senza saperlo.
Spero vivamente che i nostri allievi abbiano capito, tra l'altro, quanto è triste la guerra e tutto ciò che ne consegue.
Io che ho avuto la fortuna di intervistare circa 90 Sardi reduci della Prima Guerra Mondiale, ho avuto modo di capire e sentire, attraverso i racconti minuziosi, che gelosamente conservo, il dramma che ha accompagnato per tutta la vita quei giovani, ormai vecchi nel corso delle interviste.
Spero vivamente che ai nostri allievi rimanga impressa nella mente non solo la visita a Venezia e dintorni ma anche questa grande esperienza che, ne sono sicuro, valorizzeranno ancora meglio quando saranno più cresciuti.